Gahan


Riaprii gli occhi solo dopo parecchie ore, “non avevi mai ucciso un uomo, vero?” la voce del vecchio seduto su un masso di fronte a me era calma e tranquilla, alle sue spalle la luce dell’alba attraversava i rami degli alberi ad est facendo luccicare la brina sulle foglie del sottobosco. Ci volle qualche minuto prima che mi si schiarissero le idee, “sei caduto all’indietro ed hai battuto la testa con tutto il peso del bastardo addosso, ora come stai?”, la testa mi doleva ed avevo la bocca troppo secca per rispondere, mi misi seduto a fatica e mi attaccai alla ghirba finendola tutta d’un fiato.
Ora che era a pochi metri da me il vecchio non doveva vere più di 45anni, era calvo e le sopracciglia erano completamente bianche, ma in compenso aveva un corpo snello e muscoloso. Si era medicato la ferita alla gamba che però ancora sanguinava, visto il rossore sotto le bende. “Si è riaperta durante il combattimento, quel tuo incantesimo di guarigione non l’aveva completamente suturata” , mi sorrise a stento, non capii se per scherno o cosa, poi aggiunse “a proposito, grazie, ci hanno colto di sorpresa, eravamo convinti di essere quasi al sicuro alle porte della città, invece con tutte le campagne deserte per quella dannata festa si erano appostati in un capanno per gli attrezzi a ridosso della strada. Sapevano cosa trasportavamo e due dardi incendiari ci hanno fatto saltare in aria come chicchi di mais in una casseruola bollente. Ora il mercante che ci aveva assoldato per trasportare i fuochi per la festa vorrà anche essere rimborsato, che guaio!”.
“Chi sei? “Alla storiella della scorta non avrei creduto nemmeno da bambino figuriamoci dopo che l’ho visto fare fuori un assassino ben addestrato con due calci.” Chi sei veramente!” aggiunsi prima che potesse continuare a dirmi qualche balla.
Il vecchio mi guardò fisso negli occhi e dopo un breve sorriso tirato annuì “beh ti devo la vita, forse, e non sembri tanto sciocco da averla rischiata solo perché da piccolo i tuoi genitori ti raccontavano di paladini e belle dame, vero?”
“Alle belle dame la storia del paladino piace, ma a me piace di più quando si sentono in dovere di ripagare il paladino.” Gli risposi ammiccando. “Ora fammi capire chi attacca una carovana di fuochisti senza volerli derubare né del carico né dei oro beni”
“non sono criminali comuni, e questo l’avevi già capito, addosso non aveva nulla di particolare se non un bell’arsenale ed una lettera con i dettagli del percorso e del carico che trasportavamo. Se vuoi accomodarti il cadavere l’ho trascinato in una buca ad una decina di metri dal sentiero verso est, magari potresti trovare qualcosa di utile da rivendere, purtroppo io non ho nulla per ricompensarti e non sono certo una bella dama pronta a buttarmi tra le braccia del primo cantastorie che passa!”
Ovviamente mentre ero svenuto aveva frugato tra le mie cose e capito chi ero, la mia mano scivolò verso la mia armonica e poi ai miei pugnali. “E’ tutto al suo posto”, tagliò corto il vecchio, “non ho preso nulla dal cadavere di chi voleva farmi fuori perché avrei dovuto prendere qualcosa da te, Ivellios?”. Sapeva anche il mio nome!? Ah ma certo, il libro delle ballate, il maestro me lo aveva regalato con una sua dedica a mio nome. “Forse l'’incappucciato non aveva nulla che ti potesse interessare, chissà! Ma ancora non mi hai risposto, chi sei? E che venivate a fare in città visto che non mi sembrate dei festaioli?”
“Troppe risposte da dare per chi non ha ancora fatto colazione”, mi rispose, “perché non vai a dare anche tu un’occhiata al cadavere e poi mi accompagni al carro per vedere che ne è stato dei miei compagni e di quell’altro brutto ceffo che ci aveva attaccato?”. Lo guardai fisso per decidere se fidarmi o meno “ Se fossi voluto scappare l’avrei fatto mentre sognavi le tue dame, no?!” Muoviti Ivellios, ti aspetto qui.” Logica schiacciante la sua, mi alzai piano e preso lo zaino, mi avviai verso il punto che mi aveva indicato alle sue spalle. “Mi chiamo Gahan”, mi disse mentre lo superavo.
Effettivamente l’incappucciato era ben fornito: due pugnali lunghi di buona fattura, diversi coltelli da lancio, una borsa da cintura contenente solo robaccia inutile tranne qualche moneta e qualche chiavistello da scasso, nessuna armatura né alcun monile che potesse identificarne la provenienza; anche dalla sacca che portava sotto al mantello non tirai fuori nulla di interessante tranne una bella corda di seta di una decina di metri con una rampino attaccato alla fine: leggera e resistente. Il resto era tutto inutile e gli abiti erano troppo insanguinati per farne qualcosa, strappai qualche striscia di tessuto pulita dal mantello da usare come benda nel caso servisse. Presi tutto quello che aveva un certo valore e lo misi nel mio zaino, tranne un paio di pugnali da lancio che mi sistemai alla cintura dietro la schiena.
Mentre lo rivoltavo il cappuccio gli scivolò via e alla base del collo, sotto l’attaccatura dei capelli, comparve un piccolo tatuaggio, non più grande di una moneta d’argento, il simbolo era quello di una
benda con al centro un pugnale, possibile che Gahan non se ne fosse accorto? Chissà quanto sa e non mi ha ancora detto.
Ritornai sul sentiero ed un po’ fui sollevato quando trovai Gahan ad aspettarmi. Mi vide, si alzò e ripercorremmo tutta la strada a ritroso in silenzio. Ci fermammo ad un ruscello per dissetarci e divisi le mie poche provviste con lui, provai a fare altre domande per capire qualcosa in più, ma furono tutte aggirate con saggezza. Nel tardo pomeriggio arrivammo al carro, o quello che ne era rimasto: l’incendio si era mangiato tutto. Gahan si avvicinò ai cadaveri mezzi carbonizzati dei suoi compagni mentre io mi avviai verso quello che doveva essere l’altro incappucciato. La prima cosa che controllai fu la presenza del tatuaggio, era lo stesso: uno è un caso, due fanno una prova! Nulla di utile sul cadavere si era salvato, mi misi a raccogliere le monete che trovai in giro, tanto a loro non sarebbero più servite.
Tra le ceneri trovai anche qualche bottiglia di buon liquore, una la presi mentre le altre le usammo per bruciare definitivamente i corpi: non avevamo tempo per una sepoltura e certo non era il caso di lasciare dei copri in decomposizione su una strada di passaggio.

Ci rifugiammo per la notte nel capanno dove si erano nascosti i due assalitori: tanto per almeno altre 24 ore non si sarebbe visto nessuno né in fattoria né per strada vista la festa in città. Trafugammo un po’ delle provviste del contadino: il salame si rivelò davvero ottimo, tanto da convincermi a prenderne un paio di scorta per il viaggio. Dopo cena, prima che facesse buio presi una lanterna dal muro, non volevo farmi sfuggire quell’occasione di parlare meglio con Gahan, con non curanza stavo per schioccare le dita come al solito per accendere la lanterna quando con un movimento fulmineo Gahan mi bloccò la mano e mi sbattè a terrà!
“Non usare più quel potere se non quando strettamente necessario! E’ così che ti abbiamo rintracciato e ti potrebbero rintracciare anche loro!”

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