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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Formaggi, trogloditi e veleno verso sud

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La mattinata successiva la passammo a pianificare il da farsi. Kolgar aveva a tratti uno sguardo assente ed in altri momenti mi trovavo ad incrociare il suo sguardo omicida: si può solo immaginare quanto cuore e mente siano in fermento per elaborare quel tremendo lutto e la strana deviazione che la propria vita potesse avere da un momento all’altro. Gahan non aveva altre istruzioni se non quelle di tornare dal suo maestro. Bisognava tornare a sud di Baldur’s Gate, fino al centro della costa della spada, di più Gahan non volle rivelare. Ovviamente le strade non erano sicure per noi con gli incappucciati in giro alla ricerca di notizie dai sicari che avevamo fatto fuori man mano. Decidemmo di spacciarci per mercenari e cercare qualche carovana da scortare così da non dare nell’occhio e nel frattempo racimolare qualche moneta, visto che nessuno dei tre pareva avesse derubato un drago da poco. Inoltre era il metodo che il maestro ed io usavamo spesso per lasciare indisturbati città

Kolgar il barbaro della tempesta.

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Prima di lasciare la casa di Elide la mattina seguente decidemmo di fare a pezzi il tavolo del rituale e gettarli nel camino dando loro fuoco. Questo ci avrebbe dato un doppio beneficio: i vicini vedendo il fumo non avrebbero cominciato ad incuriosirsi da subito per la scomparsa della ragazza magari pensando che fosse in casa col suo amante, inoltre avremmo così cancellato le tracce del rituale evitando inutili ulteriori dicerie o allarmismi al paesello. Dopo aver comprato un po’ di provviste partimmo verso le enormi montagne a nord. Finalmente i temporali avevano lasciato spazio al sole di inizio estate lasciando la strada libera dal fango e permettendo ai nostri mantelli di asciugarsi durante il tragitto: se ci fossimo dovuti inerpicare in cima dove imperversano bufere in mezzo alle nevi perenni sarebbero serviti ben asciutti per evitare di morire assiderati.  Passate le prime due colline nel primo pomeriggio incontrammo una macchia di alberi molto simile a quella segnata sulla

Demoni dal multiuniverso

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Gahan ed io ci alzammo con calma, io riposi uno dei pugnali nella cintura, l’altro decisi di tenerlo per sicurezza: di donne pericolose ne avevo incontrate non poche. La bionda si avvicinò un poco e con aria preoccupata ed occhi luccicanti continuò a ripetere la sua litania: “ Mi dovete aiutare, vi prego, mio figlio…mio figlio, seguitemi vi prego! Lo hanno preso!”. Gahan ed io ci scambiammo uno sguardo d’intesa: la cosa non piaceva ad entrambi allora provai ad approfondire. Mi avvicinai alla donna e le chiesi con voce accomodante: “Calmati, spiegaci meglio”. Lei mi guardò inorridita e fece un passo indietro, con un piccolo scatto riuscii ad afferrarla per una mano, ma in quel momento un forte scoppiettio ed una scintilla blu si accesero dalla scheggia appena le sfiorai la pelle. D’istinto lasciai la presa e sentii Gahan urlare “Allontanati, presto! E’ impregnata della SUA aura! “ Lo sguardo della donna cambiò in un’istante e con una voce che non era la sua esclamò: “ Allora non si

Profumo di bucato fresco

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Stesi il mio giaciglio e provai a riposare, ma tra la puzza dei cadaveri dei goblin ed i pensieri vorticosi non lasciarono molto spazio al sonno. Solo a poche ore dall’alba crollai in uno stato di trance. Il sole non era ancora spuntato quando Gahan mi svegliò lanciandomi un pezzo di salame dritto in faccia. “ E’ ora di colazione” disse freddamente, quasi stufo. Inutile fu il tentativo di spiegargli che ero abituato a ben altri ritmi:” ehi, io l’alba la vedevo solo prima di andare a dormire, non certo appena sveglio se non quando mi tocca fuggire da qualche marito geloso”. Non gli strappai nemmeno un sorriso, aveva già lo zaino pronto quando io riuscii ad addentare il salame. Mi misi in marcia dopo pochi minuti, avevo preso un altro paio di salami e formaggi dalla dispensa, tanto i ladri, per il fattore, erano già stati giustiziati! Ad est la nebbiolina del sottobosco veniva scacciata dal sole di inizio estate, ma a nord, in lontananza nella spianata di fronte a noi, si intravedev

Goblin e misteri elementali.

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Mentre stavo per urlagli contro mi mise la mano sulla bocca e mi fece cenno di fare silenzio, preso da quel momento di trambusto non mi ero accorto dei rumori all’esterno. Erano parecchie paia di stivali che si avvicinavano dalla strada verso il capanno. Dopo un cenno di assenso mi lasciò andare e ci mettemmo entrambi ad osservare tra le assi di legno deteriorate dei muri del capanno. Erano goblin! La forma del corpo seppur nella luce dell’imbrunire era inequivocabile, sicuramente erano venuti fuori a far razzia mentre le fattorie erano incustodite. Gahan lentamente prese una vanga e la usò per sprangare la porta così da limitare l’accesso alla sola finestra. Ofrii subito uno dei pugnali presi da cadavere dell’incappucciato a Gahan per difendersi, ma rifiutò e si andò ad appostare in un angolo al buio. Sfoderati i miei pugnali mi appiattii anche io nell’altro angolo buio del capanno in attesa. Il vociare gutturale si fece man mano più forte, erano almeno in quattro, una pattuglia