Il sentiero
Ed eccomi qui, è tutto pronto, spero che le provviste e
l’equipaggiamento che ho racimolato assieme al maestro mi basteranno per questo
primo viaggio da solo.
Ormai è un anno che sono in giro col maestro, ma domani ci
divideremo: “è tempo che la mia
ispirazione evolva in qualcosa di più personale” continua a ripetermi, ma
io credevo che quest’anno alla festa di mezzaestate ci saremo esibiti assieme
nella piazza centrale! E’ un misto tra paura ed euforia quello che provo,
sicuramente un sentimento diverso dalla “rabbia” che mi spinse a scappare nel
cuore della notte da casa un anno fa col maestro: quando scoprii di riuscire a
tirar fuori qualcosa di più di qualche nota intonata dalla mia armonica.
La sentivo come casa quella taverna a Nashkel! Dopotutto è
lì che i miei genitori si sono conosciuti, mio padre,trasferitosi per lavorare
in miniera e lavorare come apprendista fabbro e mia madre che lavorava al
bancone della locanda da quando riusciva a poggiarci su i bicchieri. Di giorno
aiutavo lui a forgiare attrezzi da lavoro, ferri per cavalli e di tanto in
tanto qualche arma, di sera mi mettevo comodo in taverna ad ascoltare le storie
degli avventori che portavano notizie dalla costa della spada e da Athkatla e
le ballate dei cantori di passaggio aspettando che mia madre finisse di
lavorare. Qualche volta, con la mia armonica, accompagnavo qualche minatore
brillo o contadino euforico per il buon raccolto a cantare ed intrattenere gli
avventori.
Quell’anno, per la festa di pratoverde, grazie alle offerte
raccolte dai chierici del tempio cittadino, fu invitato uno dei più famosi
menestrelli da Baldur’s Gate. Arrivò qualche giorno prima della festa, proprio
il giorno del mio 20esimo compleanno e, non so come, mi ritrovai a passare con
lui la più bella serata della mia vita, fino ad allora. Nelle sere successive
ci esibimmo assieme in taverna, poi ci trattenevamo fino all’alba assieme con ballate
e raccontandoci storie…le sue erano ovviamente eccezionali, ma non so perché
era felice di ascoltare le mie.
Mi convinse ad esibirmi con lui alla festa di mezzestate
facendogli da spalla; per l’occasione, assieme a mio padre forgiai un piccolo
sostegno per la mia armonica che mi permetteva di tenere le mani libere per
poter suonare e fare qualche numero da giocoliere insegnatomi dal maestro le
sere precedenti.
Fu un tripudio tanto che mi spinsi troppo oltre, inebriato
dall’estasi della folla acclamante, provai anche un numero che il maestro mi
aveva proibito di usare alla festa: tutto ad un tratto, quando delle piccole
luci colorate cominciarono a girarmi attorno il pubblico si ammutolì, pensavo
per lo stupore, poi vidi mia madre e mio padre sbiancare: sapevo che la magia
fosse vista come un eresia visto che il Primo Chierico lo ripeteva sempre
durante il suo sermone, ma non pensavo che anche quella fosse Magia.
Il mio maestro mi
salvò distraendoli attirando su di se tutta l’attenzione, solo dopo qualche
mese capii che non era altro che un forte incantesimo di charme, così la serata
tornò alla normalità, in tutti il ricordo del mio trucchetto era come
svanito…tranne che per i miei genitori. I
l maestro mi riportò a casa subito dopo l’esibizione ed i
miei erano lì ad aspettarmi, mi avevano preparato un misero bagaglio: mi
stavano cacciando!?!
Così pieno di rabbia, non capendo che fosse per il mio
bene, all’alba del giorno dopo ero già sulla via per Beregost, “in fuga”
dall’Amn e dalla mia vecchia vita alla scoperta di doti che non conoscevo, ma
che oggi mi sostengono e passo dopo passo mi rendono più forte e chissà….
Commenti
Posta un commento